Alcuni pensano ai cinesi come una popolazione particolare, dove tutti si somigliano per apparenze e modi di fare, ma non è affatto vero. Si tratta di uno stereotipo, e come tale si basa su qualcosa che lo rende credibile, pur essendo errato. Prima di analizzare le ragioni che hanno creato e mantengono questo stereotipo, però, dobbiamo parlare di cosa significa “essere cinese”.
Anzitutto, nella lingua cinese, essere di “nazionalità cinese” (中国人) e di “etnia cinese” (华人) sono due cose diverse. Ci sono cinesi etnici con nazionalità del Singapore o della Malesia, ad esempio, oppure i cosiddetti ABC (Cinesi nati in America) o CBC (Cinesi nati in Canada), che sono immigrati di seconda o terza generazione. I cinesi etnici non comprendono necessariamente la cultura o la lingua dei cittadini cinesi, e verranno comunque considerati cinesi (di etnia) nella loro nazione e in Cina.
Nonostante questa distinzione, non basta: i cinesi categorizzano un totale di 56 diverse etnie in Cina. In questo genere di contesto, ha solo senso che uno dei valori tradizionali dei cinesi (sia della cosa pubblica, sia della religione) sia l’armonia: quando la popolazione di una nazione ha una tale diversità, solo l’armonia riesce a prevenire il caos totale.
Per i cinesi, per essere di etnia cinese non basta appartenere a una di queste 56 etnie: alcune di queste, ad esempio, sono Coreana, Russa e Vietnamita: sarebbe strano se pensassero che tutte le persone di nazionalità coreana, o vietnamita fossero cinesi etnici!
Per questa ragione, i cinesi tendono a considerare una persona come di etnia cinese solo quando almeno uno dei genitori è di nazionalità cinese, indipendentemente da cosa dicono il suo passaporto o cultura.
Come detto prima, non c’è una vera e propria popolazione o etnia cinese compatta. Anche se molti assimilano l’etnia “cinese” a quella Han, è sbagliato considerare gli Han come un’etnia omogenea. In realtà è un vero e proprio mix di diverse popolazioni, il che significa che perfino la più grande etnia della Cina non ha tantissimi caratteri comuni unificati. Per via dei matrimoni combinati tra Han ed altre etnie e la massiccia immigrazione Han nel corso della storia, sia l’aspetto fisico, che le tradizioni, i comportamenti e le credenze potrebbero variare tra due diverse persone di etnia Han, e ovviamente ancor di più se tra due gruppi etnici distinti.
Spesso le caratteristiche delle popolazioni che vivono in una provincia derivano in realtà dalla sub-etnia ivi presente, e alcune etnie sono divise a loro volta in sub-etnie, ognuna con particolarità non mutualmente intellegibili con le altre. Un esempio si trova nel gruppo Wu (parte dell’etnia Han): all’interno vi sono tre sottogruppi, rispettivamente delle aree di Shanghai, Ningbo e Wenzhou.
La Repubblica Popolare Cinese riconosce un totale di 55 minoranze etniche (alcune delle quali con i loro rispettivi sottogruppi), il che significa che pensare che tutti i cinesi si somiglino o comportino in maniera simile è insensato.
Ma perché in Occidente così tanti hanno uno stereotipo tanto radicale?
Le motivazioni, a nostro parere, dipendono dalla migrazione cinese in occidente. Ad esempio, in Italia, il 90% degli immigrati cinesi viene dalla stessa città (Wenzhou) e per questo motivo la maggior parte di quello che gli italiani sanno dei cinesi è in realtà conoscenza degli abitanti di Wenzhou – che sicuramente sono cinesi ma non rappresentano nessuna delle diversificazioni presente dentro l’etnia Han, e ovviamente ancor di meno le 55 minoranze etniche.
Non stupisce che alcuni cinesi scherzino sull’Italia, chiamandola Piccola Wenzhou.
L’immigrazione degli abitanti di Wenzhou è speciale, in quanto molti in Cina li definiscono “gli ebrei della Cina”, per via della loro capacità di fare affari sia in Cina che all’estero.
Ovviamente non tutti gli emigranti sono di Wenzhou: in generale, quelli che sono andati a vivere in occidente vengono da province specifiche – il Guangdong, ad esempio, è stata la fonte delle prime ondate di immigrazione del XIX secolo, mentre più recentemente, con la crescita dell’economia del Guangdong, gli emigranti tendono a provenire da province più povere. Molti negli USA (specialmente a New York) sono di Fuzhou (in Fujian) e, come prima, di Wenzhou. Questo limita la comprensione della cultura cinese (e dei modi di fare affari) di coloro che vengono a contatto coi cinesi solo nella loro nazione, cioè la grossa maggioranza della popolazione mondiale. Per questo motivo, alcuni stereotipi riguardo la capacità dei cinesi di lavorare duro, o di essere più freddi nelle relazioni sociali, che non danno fiducia agli stranieri, che rimangono nel loro cerchio sociale persino dopo anni e con apparenze piuttosto specifiche e poco variabili perdono di significato quando applicati a tutta la popolazione cinese.
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