Negli ultimi dieci anni, la Cina ha ricevuto il premio per l’ecologia Campioni della Terra delle Nazioni Unite per più di cinque volte.
Come nazione in via di sviluppo, la presenza della Cina in un evento del genere non è da poco. E la cosa si fa anche più interessante se consideriamo quanto siano state discusse le leggi sulla protezione ambientale in Cina.
Si potrebbe dire che un tale risultato mostri che le cose possono finalmente cambiare… o no?
Nel 2017, il premio Campioni della Terra è stato attribuito a sei leader in grado di ispirare la causa ambientalista in tutto il mondo: la Cina è stata scelta per ben tre volte, mentre gli USA due volte, e il Cile una volta.
Quell’anno, il premio per la visione imprenditoriale è stato dato all’azienda di noleggio biciclette Mobike, che fornisce servizi di bike sharing in tutta la Cina e anche in altre nazioni – unendo l’ecosostenibilità alla tecnologia. Un’idea che sarà poi adottata da diversi marchi, incluse enormi corporazioni come l’Alibaba di Jack Ma… che l’anno scorso ha vinto un altro premio per ispirazione e azione grazie alla mini-app Antforest, integrata dentro Alipay.
Il premio per un’impresa da una vita fu ottenuto da Wang Weibiao, chiamato “figlio del deserto“ e Presidente dell’Elion Resources Group, che è riuscito a sconfiggere la desertificazione nella Mongolia Interna, recuperando 12.000 km quadrati di terra arida. Grazie anche al supporto del governo cinese, Wang Weibiao è riuscito a intensificare la produttività di una grossa parte di terra, aiutando i contadini più poveri a migliorare le proprie condizioni di vita e al tempo stesso facilitando la vita alle imprese della zona rendendo il terreno meno difficoltoso per la costruzione di infrastrutture migliori, in un’area dove il deserto rendeva qualunque cosa molto più difficile della norma.
Infine, il premio ispirazione e azione è stato conferito alla Comunità di Forestazione Saihanba, a coronare un investimento enorme di tempo ed energie per riportare gli alberi in una zona distrutta da incendi e deforestazione. Il governo cinese ne ha approfittato per rimediare agli errori commessi negli anni ’50 e ha supportato il piano, che ha avuto inizio nel 1962. Il governo cinese ha seguito ben tre generazioni al lavoro su questo singolo risultato – e iniziative simili sono state appoggiate in tutte le aree desolate della Cina, così da evitare che il deserto avanzi, e al tempo stesso aiutando le province più povere a migliorare la propria qualità di vita.
Pensare che il 2017 fosse un anno particolarmente eccezionale per la Cina non potrebbe essere più lontano dalla realtà: due delle imprese fatte hanno richiesto decine e decine di anni, e di iniziative green supportate da aziende pubbliche e private ce ne sono ben di più.
Con l’economia cinese in rapida crescita, il Presidente Xi Jinping ha messo in chiaro che la natura è di valore incalcolabile: si può considerare come oro puro, e per questo proteggere l’ecosistema è molto importante, in quanto sosterrà le prossime generazioni, proprio come ha sostenuto quelle che ci hanno preceduto.
“A good ecological environment is the fairest public product and the most accessible welfare for the people.”
“Un ambiente ecologicamente stabile è il bene pubblico migliore e la forma più accessibile di welfare per il popolo.”
I cinesi hanno, in realtà, una tradizione di interventi statali a protezione dell’ecosistema, coscienti della necessità della convivenza di più specie per poter garantire la sopravvivenza, e dell’importanza del successo dell’agricoltura – che era così importante da poter decidere se una dinastia dovesse crollare o meno.
Le antiche dinastie cinesi decisero di vietare che si pescasse o si tagliassero alberi in periodi dell’anno particolarmente propizi alla loro crescita – una logica molto simile a quella di diverse leggi ambientaliste di oggi.
Durante la dinastia Qin, il governo proteggeva attivamente i fiumi mantenendo il loro corso naturale e preveniva che gli alberi (eccetto che in estate) venissero tagliati per farne del fertilizzante.
Nonostante l’industrializzazione rapida della Cina abbia avuto i suoi effetti negativi sull’ambiente, è sbagliato credere che ai cinesi non importasse nulla dell’ecosistema – o che non riconoscano i propri errori.
Anche se la Cina non avesse ricevuto dei veri esempi di strategie di sviluppo ecosostenibile dall’occidente, e supporto tecnologico (e non) da nazioni sviluppate, avrebbero comunque potuto imparare tantissimo dal loro stesso passato.
Fortunatamente, la collaborazione tra nazioni sullo sviluppo green è molto alta, a vantaggio dell’intero pianeta.
Seppur la Cina abbia ancora molta strada da fare per assicurare una società ecologicamente autonoma e sostenibile, potrebbe essere sulla strada giusta per diventarlo – e di certo ha l’atteggiamento giusto per correggere eventuali errori.
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